Saverio Ramires nasce a Trieste nel 1935. Il padre, barbiere originario di Barletta, si trasferisce a Trieste per ottenere un posto come impiegato alle poste. A seguito della morte della madre, nel 1938, Saverio e le sue due sorelle vengono affidati al ricovero per gli Orfani di Trieste. Qui Saverio inizia a frequentare le scuole elementari per poi essere affidato a una coppia di sorelle che lo portano a vivere in via Gatteri.
Con lo scoppio della guerra il padre, per paura dei bombardamenti, decide che Saverio deve tornare a vivere all’Istituto per orfani.
Il testimone vive con naturalezza, come tanti altri bambini, il periodo del fascismo, segnato dalle sfilate, dalle organizzazioni di massa, dal sabato fascista e dalle colonie estive a Sesana. Tra 30 aprile e primo maggio si trova ad interagire da un lato con i partigiani Jugoslavi e dall’altro con le truppe anglo-americane.
Sotto il Governo militare alleato Saverio inizia a lavorare come fattorino telegrafico e portalettere. Secondo lui è quella la stagione migliore per Trieste che poi vivrà un progressivo declino dopo l’annessione all’Italia.