In questo percorso sono contenute le interviste realizzate da Alessandro Cattunar (Istituto Italiano di Scienze Umane) e Kaja Sirok (Museo Nazionale di Storia Contemporanea - Slovenia) all'interno di due progetti di ricerca riguardanti il territorio isontino tra il Fascismo e la nascita del confine.
I progetti intendevano, da un lato, analizzare i rapporti tra le politiche ufficiali attuate dai diversi regimi – in particolare per quanto riguarda la creazione e la trasmissione di una memoria pubblica – e i processi di rielaborazione delle memorie individuali e collettive, con particolare attenzione alle dinamiche di rielaborazione e di oblio e le modalità di narrazione del ricordo. Dall’altro lato, si proponevano di approfondire lo studio dei complessi legami che si instaurano tra meccanismi della memoria ed evoluzione delle identità.
Da un punto di vista cronologico l'attenzione si è focalizzata sul periodo che va dal 1943 al 1955, della caduta del fascismo e la seguente formazione dell’ Adriatisches Kustenland fino alla firma degli accordi di Udine nel 1955. Nucleo centrale di tutta la ricerca sono stati, però, gli anni 1943-47, un periodo decisivo sia nella definizione identitaria della popolazione sia nella costruzione delle memorie pubbliche e individuali. È il periodo in cui, nella Venezia Giulia, si susseguirono due anni di occupazione tedesca, quaranta giorni di amministrazione jugoslava, due anni di Governo militare alleato, sino ad arrivare alla creazione del confine nel 1947.
All’interno dell’arco cronologico considerato si è ritenuto di dover porre l'attenzione sui cambiamenti nelle politiche della memoria e nei ricordi dei singoli individui in seguito alle repentine variazioni di regime politico e collocazione nazionale. Tali cambi di assetto politico e amministrativo, infatti, hanno portato a: continui mutamenti dei rapporti di forza fra i gruppi etnico-linguistici presenti sul territorio, diverse politiche verso le minoranze, complessi rapporti di convivenza e integrazione e plurimi meccanismi di formazione e “costruzione-invenzione” delle identità nazionali.
Il principale intento, quindi, è stato quello di studiare le modalità di configurazione del ricordo sia da un punto di vista dei contenuti e del loro rapporto con gli eventi storici, sia da un punto di vista narrativo e discorsivo. Si è cercato di comprendere i motivi della loro formazione e sedimentazione. Si è sviluppata, inoltre, un’approfondita analisi dei meccanismi che hanno portato (soprattutto dopo il secondo conflitto mondiale) all’affermazione di memorie differenti e contrastanti a seconda del contesto nazionale o linguistico di riferimento.